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fuoco. Li tradussero, avvolgendoli in lenzuoli, all’ospedale di S. Giacomo.

Sembra che in quella casa si fabbricassero bombe, delle quali si trovarono parecchie, e che una di quelle, casualmente, scoppiasse.

Si aggiunge che si rinvennero alcuni revolvers ed altre armi. Il fabbricatore si dice che fosse un milite in ritiro, il quale mori.

Si dubita che le suddette bombe si volessero adoperare, in quella stessa sera, per sturbare il punch al casino militare, a piazza Colonna.

Si fecero alcuni arresti. Si presero precauzioni militari coll’aumentare le pattuglie.

Ai 23 di novembre il Capitolo di S. Giovanni in Laterano fece funerali solenni per i militi che morirono a Mentana e Monterotondo per la difesa della S. Sede.

Vi è gran concorso ad osservare il suntuoso catafalco eretto con disegno di Basili, con la spesa di scudi 2500, lasciato agli osservatori per lo spazio di otto giorni.

La principessa Barberini unì una società di cinque o sei dame le quali, nella sera dei 24, diedero, nel palazzo Barberini, una festa agli uffiziali pontifici e stranieri che contribuirono alla difesa di Roma. Gli invitati erano 500 e furono serviti di tea e di un magnifico buffet.

Pasquino fece la sua osservazione ai fatti strepitosi di Mentana e Monterotondo, e, meravigliato, disse a Marforio:

«La Francia, prima nazione del mondo,
Lasciò il Messico per conquistar Monterotondo».