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I sei arrestati politici che il tribunale della Consulta, ai 28 dello scorso settembre, decretò doversi dimettere, in forza dell’articolo 446, sono usciti in libertà.

I medesimi declamano altamente contro il processante Della Bitta e contro l’impunitario.

Dicono che vi sono altre persone compromesse appartenenti ad un ceto elevato, le quali, per ignote ragioni, furono risparmiate e neppur figurano nel processo, e che l’avvocato istruttore, durante la processura, fece assegnare un lauto vitto ai due detenuti più compromessi, Monti e Tognetti, dando ai medesimi larghe promesse di renderli salvi, per estorcere le loro confessioni, che poscia risultarono a danno proprio e degli altri1.


14. — Ai 4 del prossimo dicembre il tribunale della Consulta profferirà altre sentenze sui fatti deplorabili del casino Ajani di Trastevere.

Sinora non riuscì ad alcuno di avere un esemplare del ristretto.

Anche l’altro processo, relativo ai fatti di San Paolo, sul rinvenimento di armi, elaborato dal processante avvocato Zingarini, è ultimato; ma ancora non fu stabilito il giorno della discussione. Il processo occupa 15 volumi di scrittura.


  1. Persona degna di fede ci assicura essere inesatto ciò che il Diarista asserisce del Della Bitta e che le prove somministrate da impunitari, avvalorate dalle confessioni estorte da altri, non da lui, al Monti, colla lusinga della grazia, furono la base di quel processo.