Pagina:Diodati - I Salmi di David, Daelli, 1864.djvu/110

Da Wikisource.
90 i salmi di david

     E pur i vani lor pensier interni,
     Sono d’averci a star per tempi eterni.
6          O che’ palazzi e le lor case almeno
     Gli eterneran a la posteritade,
     Per ciò metton lor nomi a le contrade.
     Ma pur verran le lor grandezze meno:
     E chi d’onor porta la testa altera
     Convien che caggia e qual vil bestia pera.
7          Quel cieco error, che lor ingombra ’l petto,
     Altro non è che solenne pazzia:
     E pur de’ figli lor la schiatta ria
     Volentier segue il disleal precetto.
     Come pecore fien posti in avelli,
     Sotto a’ governi de la morte felli.
8          Ma sopra loro regneranno i giusti,
     Del giorno eterno ne’ beati albori.
     Lo ’nferno abisserà lor pregi e onori,
     Trattigli fuor de’ lor palazzi augusti.
     Ma la persona mia, da l’ima fossa,
     A sè Dio raccorrà salva e riscossa.
9          Dunque non ti smarrir s’alcun talora
     In beni e dignità sarà cresciuto.
     Perchè ’l momento del morir venuto,
     Nulla egli porterà del mondo fuora.
     Pur si lusinga e nel cor si diletta,
     E con lodi a gioir false t’alletta.
10          Andran sotterra in chiostre tenebrose,
     Dove ’l paterno stuol ebber per duce:
     Ned in eterno mai vedran la luce.
     Tal è la fin di chi glorie fastose
     Possiede in terra, e d’intelletto scemo
     Bestia rassembra nel perir estremo.