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SALMO CIV.
1 Alma mia, del Signor i pregi canta:
Quanto se’, Dio mio, grande in infinito.
D’alto splendor e Maestade santa,
Nel solio eterno siedi rivestito:
Di sfavillante luce egli s’ammanta,
E ’ntorno a sè del ciel il circuito
Spiega, qual in real tenda, cortina,
L’infocata a velar faccia divina.
2 Ei de le sue sovracelesti sale
Erge ne l’acqua i gran palchi stellanti:
Di carro in vece su la nube sale,
Tutto da’ venti rapidi e volanti.
L’aure suo’ messi fa snelli de l’ale,
E suo’ ministri i fuochi divampanti.
Ei la terra fondò su basi fisse,
Nè fie ch’ella giammai crolli o s’abisse.
3 Già l’ingombrasti a guisa d’ampia veste
D’acque voragginose, che poggiaro
De’ più gran monti su l’altere teste.
Ma poscia, a lo sgridar del tuono chiaro
De la tremenda tua voce celeste,
A fuggir quinci ratto si voltaro.
Se pria premuti avean monti sublimi,
Calaro a’ luoghi vallicosi ed imi.
4 Tu lor canali e cavi letti festi,
Con chiostri e sbarre d’arginati lidi,
Che ’l fiotto lor la terra non calpesti,
Sboccando fuor degli assegnati nidi.
E per valli e pendici il corso desti
A’ ruscei, che per mezzo i monti guidi.
Quindi han le belve lor bevande liete,
Quivi l’onagro ancor spegne la sete.