Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/370

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a’ Fiorentini, fondatosi sopra le disunioni loro, e sempre ne rimase perdente; talché gli ebbe a dire, dolendosi delle sue imprese, come le pazzie de’ Fiorentini gli avevano fatto spendere inutilmente due milioni d’oro. Restarono adunque, come di sopra si dice, ingannati i Veienti e gli Toscani da questa opinione, e furano alfine in una giornata superati da’ Romani. E così per lo avvenire ne resterà ingannato qualunque per simile via e per simile cagione crederrà oppressare uno popolo.


Il vilipendio e l’improperio genera odio
contro a coloro che l’usano,
sanza alcuna loro utilità.

Io credo che sia una delle grandi prudenze che usono gli uomini, astenersi o dal minacciare o dallo ingiuriare alcuno con le parole: perché l’una cosa e l’altra non tolgono forze al nimico; ma l’una lo fa più cauto, l’altra gli fa avere maggiore odio contro di te, e pensare con maggiore industria di offenderti. Vedesi questo per lo esemplo de’ Veienti, de’ quali nel capitolo superiore si è discorso; i quali alla ingiuria della guerra, aggiunsono, contro a’ Romani, l’obbrobrio delle parole; dal quale ogni capitano prudente debbe fare astenere i suoi soldati; perché le sono cose che infiammano ed accendano