Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/436

Da Wikisource.

come cosa rara e quasi sanza esemplo. Può essere interrotta tale esecuzione da una falsa immaginazione o da uno accidente imprevisto che nasca in su ’l fatto. La mattina che Bruto e gli altri congiurati volevano ammazzare Cesare, accadde che quello parlò a lungo con Gneo Popilio Lenate, uno de’ congiurati; e vedendo gli altri questo lungo parlamento, dubitarono che detto Popilio non rivelasse a Cesare la congiura: e furono per tentare di ammazzare Cesare quivi, e non aspettare che fosse in Senato; ed arebbonlo fatto, se non che il ragionamento finì, e, visto non fare a Cesare moto alcuno istraordinario, si rassicurarono. Sono queste false immaginazioni da considerarle, ed avervi, con prudenza, rispetto; e tanto più, quanto egli è facile ad averle. Perché chi ha la sua conscienza macchiata, facilmente crede che si parli di lui: puossi sentire una parola, detta ad uno altro fine, che ti faccia perturbare l’animo, e credere che la sia detta sopra il caso tuo, e farti o con la fuga scoprire la congiura da te, o confondere l’azione con acceleralla fuora di tempo. E questo tanto più facilmente nasce, quando ei sono molti ad essere conscii della congiura.

Quanto alli accidenti, perché sono inisperati, non si può se non con gli esempli mostrarli, e fare gli uomini cauti secondo quegli. Luzio Belanti da Siena, del quale di sopra abbiamo fatto menzione, per lo sdegno aveva contro a Pandolfo, che gli aveva tolto la figliuola che prima gli aveva data per moglie, diliberò d’