Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/612

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mandato quando era bene mangiare a volere stare sano, rispose: Se uno è ricco, quando egli ha fame; se uno è povero, quando e’ può. Vedendo un suo gentiluomo che si faceva da uno suo famiglio allacciare, disse: Io priego Dio che tu ti faccia anche imboccare. Vedendo che uno aveva scritto sopra alla casa sua in lettere latine, che Dio la guardasse dai cattivi, disse: E’ bisogna ch’e’ non vi entri egli. Passando per una via dove era una casa piccola, che aveva una porta grande, disse: Quella casa si fuggirà per quella porta. Disputando con un Ambasciatore del re di Napoli per conto di robe di confinati, ed alterandosi alquanto, dicendo lo Ambasciadore: Dunque tu non hai paura del re? Castruccio disse: È egli buono o cattivo questo vostro re? E rispondendo quegli che egli era buono, replicò Castruccio: Perchè vuoi tu adunque che io abbi paura degli uomini buoni? Potrebbonsi raccontare delle altre cose assai dette da lui, nelle quali tutte si vedrebbe ingegno e gravità, ma voglio che queste bastino in testimonio delle grandi qualità sue. Visse quarantaquattro anni, e fu in ogni fortuna principe. E come della sua buona fortuna ne appariscono assai memorie, così volle che ancora della cattiva apparissino; per che le manette, con le quali stette incatenato in prigione, si veggono ancora oggi fitte nella torre della sua abitazione, dove da lui furono messe, acciò facessero sempre fede della sua avversità. E perchè vivendo ei non fu inferiore nè a Filippo di