Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/618

Da Wikisource.
286 dell’ira

voci loro son varie, e diversamente suonano da quello che appare.

Niccolò Non è così certo, ti dico, perciò ti prego che per amor mio non falli narrarmi quanto io t’ho detto.

Cosimo Or oltre adunque. Intra gli egregi detti di . . . per quanto io mi ricordo, si ritrova questo, esser necessario a coloro, che d’esser curati desiderano, attender sempre alla sanità; ma non per ciò intendo io già che un prudente medico debba ad uso dello ... in guisa curar l’infermo, che ad un medesimo tempo gli lo privi della ragione e della infirmità, ma si dee ingegnare di mantenerlo in buono intelletto, acciocchè quelle cose che son buone, possa giudicare e discorrere, e cognosciute, osservarle, perchè la virtù della ragione non è simile alle medicine, ma più tosto a’ cibi sani, la quale pianamente e con l’uso, genera in noi uno abito condecente e temperato; ma quando le passioni dell’animo riscaldano e gonfiano, poco giovano gli ammonimenti ed esortazioni delli amici, ma son simili alli odori, che posti a quelli, che cascano del male regio, solamente gli eccitano, ma di quello non li guariscono, e tutte quante le altre passioni ancora che di ogni tempo ci perturbino l’animo, non per ciò intanto scacciano la ragione che gli ne serrin le orecchie, anzi quella di fuori accettando, la intromettono dentro ne i più riposti segreti dell’animo; ma l’ira, come disse Melanzio, non ci fa gran