Pagina:Discorso sulla crisi granaria - Francesco Perrone - 25 Febbraio 1915.pdf/28

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Però, dopo questa digressione giuridica, mi si consenta di rispondere alla domanda che più interessa il nostro dibattito. Questo giuoco, come è stato chiamato, questa speculazione delle bollette di temporanea importazione, pesa sul rialzo del grano? Niente affatto: essa riguarda la pasta che si manda all’estero, non già il commercio del grano, talchè, siccome al dazio di 7.50, si aggiungono spese di cambio, statistica, carico e scarico e della trasformazione in pasta, così arriva a dieci lire al quintale, deriva: che per la restituzione del dazio, la merce diminuita di dieci lire, se ne va all’estero, nelle competizioni internazionali. Così l’industria della pasta ha potuto progredire meravigliosamente nella plaga napoletana, siciliana, genovese dando vita a una delle più belle e fiorenti produzioni industriali.

Dunque: la speculazione delle bollette di temporanea importazione grava l’estero non il mercato italiano, non pesa affatto su noi consumatori di pasta.


Il mercato dei noli
premente su quello dei grani.

Ed entriamo in un altro campo: dalla scena terrestre passiamo a quella marittima.

Voi lo avete inteso. Giacomo Ferri affermò che la nostra marina ha i proprietari pirati e ladroni.