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il rapporto in sè e dice: Esportate la pasta, io vi tutelo e vi restituisco il dazio, chiunque voi siate, se siete in regola. Il capitalista vuole ritirare la cauzione e la dogana gli risponde: non posso darla perchè è sorta una questione; allora quegli, va davanti al magistrato civile citando il pastaio per la restituzione del dazio o pel risarcimento del danno e il magistrato gli risponde: Atteso che siamo in una questione di diritto pubblico; atteso che qui non c’è azione in giudizio, perchè voi, capitalista, siete entrato in un rapporto in cui non dovevate entrare, per aver ceduto la bolletta di esportazione, creata contro i fini di legge, quantunque non ci sia un’azione penale contro di voi, io dichiaro l’azione inammissibile; onde il capitalista non può rivolgersi contro il privato pastaio nè contro lo Stato.

D’altro canto viene fuori un’altra questione. Il magistrato penale, cui la finanza ha denunziato il titolare della bolletta pel reato contravvenzionale o di contrabbando, dichiara l’inesistenza del reato, perchè tra la chimica di Napoli e quella di Roma non può consentire che quella di Roma affermi sempre la verità, quantunque a Roma vi sia il Papa.

Ne consegue una duplice gravezza di rapporti d’immoralità e d’illegalità che non trovano soluzione d’uscita: perciò invito il Governo a penetrare questo fenomeno ed a porre dei freni, nel senso che si apporti modifiche alla legge: o rendendo lecita la speculazione o vietandola in modo assoluto.