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1903 pactor | paeniteo 1904 |
Hor. epod. 15, 20; cfr. Prop. 1, 14, 11. — Deriv.: Pactōlis, lĭdis, f. (Πακτωλίς), del Pattolo, nymphae, Ov. met. 6, 16.
pactŏr, ōris, m. (paciscor), mediatore, mezzano, Societatis pactores, Cic. Verr. 5, 505.
pactum, i, n. (paciscor), patto, convenzione, accordo; pactum occultum, patto segreto, Liv.: pacta servanda sunt, Cic.: manere in pacto, Cic. — Abl. pacto, a questo e quel modo, nullo pacto, in nessun modo, in nessuna guisa, Cic.: alio pacto, Cic.: isto pacto, Cic.: nescio quo pacto, V. nescio.
Pactŭmējus, i, m., Pattumeio, nome di un supposto figlio di Canidia, Hor. epod. 17, 50.
Pacty̆ē, ēs, f. (Πακτύη), Pactia, città della Tracia sulla Propontide; ora St. Georg.
Pācŭvĭus, ĭi, m., Pacuvio, poeta romano da Brindisi, nipote di Ennio per parte di sorella, fiorito al tempo della seconda guerra punica; possediamo ancora frammenti delle sue tragedie. — Deriv.: Pācŭvĭānus, a, um, di Pacuvio.
Pădaeus, i, m., Padeo, plur. Padaei, ōrum, m. (Iadator), Padei, rozza tribù nomade nel N.O. dell’India (nel Multan o Ajmer).
Pădŭa, ae, f., una foce del Po.
Pădus, i, m., il più gran fiume d’Italia, il quale nasce dal Monviso (la più alta vetta delle Alpi Cozie), raccoglie nel suo corso una quantità di fiumi e tra Ravenna ed Adria sbocca per parecchie foci nel Mare Adriatico, ora Po. — Deriv.: Pădānus, a, um, Padano, sul o nel Po.
Pădūsa, ae, f., Padusa, canale condotto dal Po per Ravenna; ora canale di S. Alberto.
Paeān, ānis, acc. ānem, e comun. āna, m. (Παιάν), Peana, I) propr., medico degli dei, trasl. di Apollo, in quanto con sentenze e consigli liberava da malattie ed altri mati, Cic. Verr. 4, 127 e sgg. Ov. met. 14, 720. II) meton.: a) inno festivo rivolto ad Apollo, quindi ogni canto in onore d’una divinità, canto di giubilo, di vittoria, di lode, Cic. de or. 1, 251. Verg. Aen. 6, 657. Prop. 3, 15, 42: dicite «io Paean!» evviva! allegri! Ov. art. am. 2, 1. b) come παιάν == paeon (παιών), piede metrico predominante nei Peani che consta di tre sillabe brevi e d’una lunga posta in luogo arbitrario (cioè -∪∪∪ ovv. ∪-∪∪ ovv. ∪∪-∪ ovv. ∪∪∪-), Cic. or. 215 e 218. Quint. 9, 4, 48 ed altr.
paedăgōgīum, ĭi, n. (παιδαγωγεῖον), I) luogo ove vengono educati i fanciulli destinati a nobili impieghi (paggi), istituto dei paggi, Plin. ep. 7, 27, 13: fig. ed eufemist. di «seduzione, prostituzione», ingenuorum paedagogia, Suet. Ner. 28. II) meton., ragazzi educati nel paedagogium, paggi, Sen. ed a.
paedăgōgus, i, m. (παιδαγωγός), I) pedagogo, guida di ragazzi, schiavo che accompagnava il ragazzo a scuola, ne lo riconduceva e lo invigilava anche a casa, aio, precettore (V. Quint. 1, 1, 8 e 899.), Cic. ed a.: paedagogi vultus, ciera, muso d’un precettore che biasima, d’un pedante, Suet.: scherz. di un’amante che accompagna la sua innamorata alla scuola e la riconduce a casa, Ter. Phorm. 144. II) trasl., pedagogo == guida, conduttore, Sen. e Suet.
paedīcātŏr, V. pedicator.
paedīco, V. pedico.
paedŏr (pēdŏr), ōris, m. (affine a pedo), sudiciume, squallore, sordidezza per mancanza di cura, Cic. ed a.: plur. in Cic.
paelex (pēlex), lĭcis, f. (πάλλαξ), concubina d’un uomo ammogliato in opposizione alla moglie come sua rivale, druda, amante (cont. uxor, materfamilias), Cic., Liv. ed a.: Oebalia == Elena, Tyria == Europa, barbara == Medea, Ov.: subditus et ex paelice genitus Liv.: hunc justa matre familiae, illum paelice ortum esse, Liv.: col nome della moglie legittima, di cui è rivale la concubina, al caso genit., paelex filiae, Cic.: matris, Ov.: reginae, di Cesare == amante del re Nicomede, Suet.: e col genit. del nome dell’uomo di cui essa è concubina, paelex Cyri, Justin.
paelĭcātus (pēlĭcātus), ūs, m. (paelex, pelex), relazione, domestichezza d’una concubina o con una concubina, concubinato, uxor paelicatus dolore concitata, Cic.: ab uxore propter paelicatus suspicionem interfectus, Cic.: col genit. sogg., nefarius matris paelicatus, Cic.
Paeligni (Pēligni), ōrum, m., Peligni, popolazione e territorio italico nel Sannio accanto ai Frentani, a mezzogiorno dei Marrucini, nell’odierno Abruzzo citeriore, Cic. Vatin. 36. Caes. b. c. 1, 15, 7. Liv. 8, 6, 8. — Deriv.: Paelignus (Pēlignus), a, um, Peligno, dei Peligni, rus, solum, Ov.: gens, Ov.: anus, cantatrice, maga (perchè i Peligni avevano fama di conoscer la magia), Hor.
paenĕ (pēnĕ), avv., quasi, pressochè, Ter., Cic. e Caes.: rafforzando paene vixdum, Suet.: con sost., paene insula == paeninsula, Catull., Liv. ed a.: paene miles, Cic.: paene puer, Ov.
paeninsŭla (pēninsŭla), ae, f. (paene ed insula), penisola, Liv. ed a. Cfr. paene.
paenĭtentĭa (poenĭtentĭa), ae, f. (paeniteo), penitenza, pentimento, Liv. ed a.: agere paenitentiam alcjs rei, scontare q.c., Quint., Plin. ep. ed a.
paenĭtĕo (poenĭtĕo), ŭi, ēre, provar disgusto, dispiacere, pentimento (per q.c. che non si sarebbe fatto o sofferto volentieri), A) pers. == stimar q.c. biasimevole, disapprovare, rammaricarsi, dolersi, pentirsi, essere malcontento di q.c. o qualc., col genit. della cosa, dimissi Demetrii, Justin.: e così paenitens consilii, Sall: num eorum paenitendum sit, Sall.: assol., si paenitere possint, Liv.: paenitens, Cic.: paeniturus, Sall.: vis paenitendi (del pentimento), Cic.: paenitendo, col pentimento, Cic.: neque pudendum aut paenitendum eum regem Macedonibus fore, sarebbe stato pei Macedoni un re, di cui non avrebbero nessuna cagione di vergognarsi o di essere malcontenti, Liv.: gens Fabia rei publicae (dat.) haud paenitenda, Suet.: haud paenitendus magister, tutt’altro che spregevole, Liv. B) impers., paenitet alqm alcjs rei e sim., qualc. è malcontento, indispettito di q.c., qualc. non si trova o si sente soddisfatto di q.c., dispiace ad alc., qualc. s’indispettisce, si adira per q.c., si pente di q.c., α) con (e talv. senza) acc. pers. e genit. della cosa, suae quemque