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Colchide per la spedizione del vello d’oro; lasciò in custodia di Laomedonte Esione e i cavalli, che gli erano stati promessi. Al suo ritorno spedì Telamone a prendere Esione e i cavalli; ma Laomedonte, in vece di adempire, fece arrestar Telamone. Ercole sdegnato assediò la città di Troja, la saccheggiò, uccise Laomedonte, tolse Esione, e la diede a Telamone, che seco la condusse in Tracia.

Esperidi, figlie di Espero, appellate Aretusa, Egle, ed Esperetusa (ovvero Ipertusa). Possedevano un bel giardino pieni di pomi d’oro, custodito da un dragone a cento teste, che fu in seguito ucciso da Ercole. Nota 49.

Espiazione, in latino expiatio da piaculum, delitto e metonimicamente, sagrifizio di espiazione; quindi le parole purgare, lustrare, februare, expiare significano un atto di religione, per mezzo del quale gli antichi credevano cancellare le colpe o allontanare le temute disgrazie, ovvero purificare i luoghi contaminati. Le teologie de’ barbari fondate sulle incerte basi della speranza e del timore, trovavano nella espiazione un sedativo onde calmare gli allarmi prodotti della loro fantasia. Gli Ebrei celebravano ogni anno la festa dell’espiazione per li peccati del popolo il giorno 10 del mese Tisri che corrisponde ad una parte de’ nostri mesi di settembre e di ottobre. Il gran sacerdote offriva un bove in sagrifizio, riceveva indi dal popolo due becchi e un montone, che gli venivano presentati all’entrata del tabernacolo o del tempio. Tirava la sorte sopra questi due becchi, mettendo in una urna due viglietti,