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Pagina:Dizionario mitologico ad uso di giovanetti.djvu/35

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mura di Tebe. Le pietre, sensibili alla dolcezza de’ suoi concenti, correvano da loro medesime a collocarsi l’una sull’altra: emblema ingegnoso del potere della musica, della eloquenza e della poesia sull’animo de’ primi uomini, che abitavano i boschi. Nota 11

Amfitrione, figlio di Alceo e nipote di Perseo. Avendo ucciso inavvedutamente Elettrione, suo zio, re di Micene, si allontanò dalla sua patria, e ritirossi a Tebe, ove sposò Alcmena, sua cugina. Portò la guerra ai Teleboi; e durante questa spedizione, Giove, trasformato sotto le sembianze di Amfitrione, ingannò Alcmena, e la rese madre di Ercole. (V. Alcmena).

Amfitrite, figlia di Nereo e di Doride, Dea del mare e moglie di Nettuno. Ella ricusò dapprima il consorzio di questo Dio; e per sottrarsi alle di costui persecuzioni, si nascose. Un delfino, incaricato da Nettuno, avendola ritrovata a piè del monte Atlante, la persuase a condiscendere alle voglie del Dio, ed in ricompensa fu collocata tra gli astri. Condusse egli Amftrite sopra un carro, in forma di conchiglia, tirato da cavalli marini. Le Nereidi e i Tritoni formarono il suo corteggio; le prime tengono le redini del carro, gli altri, suonando le loro conche marine ricurvate a guisa di trombette, annunziano il suo arrivo. Fig. 3.

Amore, figlio di Marte e di Venere, presedeva al piacere. Egli era il più bello degl’Immortali. Viene rappresentato sotto la figura di un fanciullo nudo, di