Pagina:Dizionario triestino (1890).djvu/108

Da Wikisource.
ODO - 107 — COD

uccide l’uomo e poi lo piange, — il corvo piange la pecora e poi la mangia.

Cocolar, va. accarezzare, blandire, careggiare, sballottare, vezzeggiare.

Cocolezo, sm. grazia, vezzo; pi. lezi, leziosaggini, moine; smancerie, svenevolezze; far careze, far invenie, vezzeggiare.

Cocolo, cocolon, agg. aggraziato, carezzevole, caro, grazioso, leggiadro, vago, vezzoso; piacevolone; naccherino; che cocolo — interiezione sarcastica: carino, caro, che capo, garbato, grazioso.

Cocon, sm. cocchiume; cocon de bota, met. tappo da botte: — „Hanno preso al servizio militare quel tappo da botte !•?“ chi sparagna per la spina spandi per el cocon, prov. quel che non va nelle maniche va nei gheroni; serar la spina e spander per el cocon, prov. guardarla nel lucignolo e non nell’olio, — tristo quel soldo che paggiora la lira.

Coconada, sf. mangiata, mangi ataccia, scorpacciata.

Coconar, va. ingoiare, ingollare, trangugiare.

Coconera, sf. cocchiumatoio; cocchiume: — „Va a. cior la coconera che glie slargaremo le coconere a ste bote. = Va a pigliare il cocchiumatoio che allargheremo i cocchiumi a queste botti.“

Coda, sf. coda; met. coda, retrogrado; de coda, codale; coda eie gente, codazzo; coda de la vida, art. e mest. -puntone; co la coda, caudato; senza coda, scodato; coda de cavei, treccia; — de volpe, col manigo de legno, che se dopra per spolverar, muoia; coda de zerte bestie — p. e. della scimmia — che se poi involtizar torno de le robe, coda prensile; in coda, m. avv. a coda, alla coda; sbater la coda — come fa, a cagion d’esempio, la cutrettola: scodinzolare; e come fa il bue, il cavallo — e simili — arrostare la coda; tirar se drio la coda, met. avere il ciondolo: — „La signora Elena non esce se non ha il ciondolo di quattro o cinque marmocchi;“ no aver, o no trovar ne testa ne coda, met. non essere, o non trovare nè capo, nè coda, — non ricavare, o non raccappezzare dal sacco le corde, o le cordelle; essere come il pesce pastinaca; meter la coda fra le gambe, met. cagliare, — metter la coda tra le gambe; far da lepre vecchia; guardar co la coda del odo, guardare con la coda dell’occhio; saver dove che ’l diavolo tien la coda, loc. prov. non essere più dell’erba d’oggi, — saper a quanti dì è S. Biagio, — sapere dove il diavolo tiene la coda; voler veder dove che ’l diavolo tien la coda, met. voler vedere dove giace la lepre; el velen sta nella coda, prov. nella coda sta il veleno; petinarghe la coda al diavolo, met. portare la cesta al boia; el diavolo dove che noi poi meter i corni el meti la coda, prov. il diavolo dove non può mettere il capo vi mette la coda; el diavolo gaveva de meterghe la coda — o i corni, o la zata, o el zampiti, il diavolo aveva da metterci la coda; usel che fa coda voi magnar ogni ora. prov. ragazzo crescente ha la lupa nel ventre, — uccellino che mette coda, mangia ogni ora ogn’ora; nanca ’l can no mena la coda per gnente, v. can.

Codaza, sf. codaccia

Codeta, codina, sf. codetta, codina, codino. - Codin, sm. codetta, codina, codino, codinzolo; met. antiprogossista, retrogrado.

Codindio, inter. cocuzze^ cospetto, cospettonaccio, per Bacco e simili.

Codirosso, sm. zi. codirosso — motacilla phoenicus; codirosso de montagna, codirossolone, codirosso maggiore, — merlo, o tordo sassatile — - motacilla svecica.

Codize, sm. codice.

Codognada, sf. cidionata, cotognata.

Codogner, sm. bot. cotogno.

Codogno, sm. pera cotogna; met. garontolo.

Codon, sm. codone.

Codorosso, sm. lo stesso che codirosso.