Pagina:Dizionario triestino (1890).djvu/226

Da Wikisource.
LAN — 225 — LAT

Lanterna, sf. faro; lanterna; zercar co la lanterna, met. cercare col fuscellino, o col lanternino, o col lumicino; far veder luciole per lanterne, met. far veder lucciole per lanterne, o picchi per papagalli — e simili.

Lanza, sf. lancia; che è fatto a guisa di piccola lancia: lanceolato: — foglia lanceolata “

Lanzardo, sm. zi. sgombero macchiato — scomber pneumatophorus.

Lanzeta, sf. lancetta.

Lapida, sf. lapida, lapide; de lapida, lapìdeo: — ,, Iscrizione lapidea:“ — „Museo lapideo.“ Lapidar, va. lapidare; met. bandire, o gridare la croce addosso a chi si sia.

Lardada, sf. lardatura.

Lardo, ,sm. lardo; e nel senso di que’ pezzetti con cui si lardellano le carni: lardello.

Larghegiar, va. largheggiare; signoreggiare.

Largo, agg. ampio, ampio, largo, lato, spazioso; largo de spale, schienuto, spalluto; ciapar el largo, mar. allargarsi in mare, e met. prendere il largo; in longo e in largo, o come che xe longo e largo, m. avo. per lungo e per largo: — „ Girai la piazza per lungo e per largo, ma non mi riuscì di trovarlo;“ largo de boca e streto de man, m. prov. largo in cintola e stretto di mano.

Largoto, agg. largoccio.

Larise, sm. bot. larice — larix europaea; de larise, laricino: — „Assi laricine.“ — „Antenna laricina.“

Lasagna, sf. lasagna, pappardella; met. bugia, carota, menzogna, sballonata; fuggifatica, indolente, marcido, pigro; tempellone, tentennone, — cencio molle, fico lesso, o fico lievito; cianciatore, favolone, parabolone; lasagne, o lasagnete de brodo, baverine.

Lasagnada, sf. scorpacciata di lasagne; met. bravata, millanteria, spacconata, tagliata.

Lasagner, lasagnon, sm. lo stesso che lasagna nel secondo significato metaforico.

Lasan, sm. storpiatura della voce francese: argent: danaro, numerario, pecunia.

Lascada, sf. allentamento, allentatura.

Lascar, va. allentare, lascare; mar. alleggiare; met. scorrere, trascorrere, -— lasciar scorrere, — lasciar che l’acqua vada alla china.

Lasco, agg. allentato, — non ben teso, — che non adatta; met. alla mano, — corrente, corrivo, indulgente.

Lassar, vn. abbandonare; lasciare; desistere; fare abilità, permettere; lassar corer, met. negligere, trasandare, trascorrere, — lasciar andar l’acqua alla china; lassar dir, met. lasciar gracchiare, o lasciar gracchiare uno a sua posta; lassar fora, omet- > tere; lassar de parte, mei. lasciare nel chiappolo; fruti che se lasa, frutta spiccagnole; chi no me voi me lassi, o no xe degno de averme, loc. prov. chi non mi vuol, non mi merita.

Lastico, sm. elastico; lastico dei ligambi, saltaleone.

Lastra, sf. cristallo, lastra; lastra de carta, incartata; lastra del spedo, bambola, e se è piccola: bamberuolo; — apanada, cristallo spulito; pagar la lastra, met. pagare lo scotto, — pagare il lume e i dadi; esser quel jche paga la lastra, met. essere il capro espiatorio: — „Non vo’ esser sempre il capro espiatorio! Questa volta chi ha fatto la piscia al letto, la rasciughi.

Lastron, sm. lastrone: — ^Lastroni da far macine.“ — ^Lastrone alto più di tre metri.“

Latar, va, allattare; met. gongolare, pascolare, — - andare in solìuchèro; essere nella sua bava; ingrassare di che si sia.

Late, fm. latte — di gen. masch,\ di latte, “0 che somiglia nel colore al latte: làtteo: — „Lattei alimenti;“ che è come il latte: lattato: — fianco lattato;“ che è di colore o di sostanza simile al latte: lattiginoso; primo latte acquoso reso dalle puerpere subito dopo il parto: calostro; E. Kosovitz. — Dizionario ecc. 15