Pagina:Dizionario triestino (1890).djvu/558

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Pergolada, sf. pergolato: — „Seduto tranquillamente sott’il pergolato.“

Pèrmuta, sf. permuta; far una;permuta, permutare.

Persuader, aggiungasi: chi, o che persuadi, persuasore.

Pesar, aggiungasi: met. essere grave, o molesta una cosa, — pesarti, o rincrescerti questo o.quello; pesar le parole, met. parlare con cautela, pesare le parole.

Pescar, aggiungasi: pescar in fondo, met. pescare a fondo, o pescar dentro.

Petine; petine fisso, aggiungasi: pettinella.

Petinin, sm. pettinino.

Petoral, aggiungasi: steco de pecorai, met. allampanato, fuseragnolo

Peveron, met.. aggiungasi: petroniano: — «Ve’ che po’ po’ di petronciano si rimpasta Don Domenico. “

Pezo; a la pezo, aggiungasi: alla peggiaccio.

Piato, aggiungasi: col piato,, m. avv. di piatto, o di piattone: — „Lo colpì di piatto.“ — „Se non lo coglieva di piattone pover’a lui;“ dar col piato, m. avv. piattonare: — piattonare senza misericordia.“ — „Gli tirò una piattonata che giunse a scansare.“

Pidon, sm. piedone.

Piera, aggiungasi: “piera bianca, pietra calcare; piera scura, pietra arenaria, o pietra silicea.

Piover, aggiungasi: finir de piover, spiovere: — „Non mi muovo finché non è spiovuto.“ — pasciamo spiovere, poi ce n’andremo “

Più; de più, m. avo. di vantaggio: — „Ha ricevuto una serqua di vantaggio “

Pivida, sf. pipita; aver la pivida, met. aver la pipita.

Plebè, aggiungasi: doprar parole de la plebe, plebeizzare: ’ — pie“ beizza .per vanto.“ — „Eu chiamato all’ordine perchè plebeizzava insegnando.“

Plural, agg. esm. plurale; meter al plural, gram,. pluralizzare.

Pofardio, sm. alterigia, pretensione; parlar con un pofardio, parlare in altura.

Polenta, aggiungasi: assicurarse la polenta, met. accomodare il fornaio, — assicurarsi il fornaio. Polveraza, sf. polveron’e: — „Con un po’ di vento che sia ci si acceca dal polverone.“

Polverizada, sf. polverizzazione.

Pomo; parer un pomo spacà, aggiungasi: somigliarsi a pennello, — non ne perder nulla,:. — ,.Assomiglia alla sorella che non ne perde nulla.“ — „Fratelli che si somigliano a pennello.“ Ponente, correggasi: — e detto di vento: favonio, ecc.

Ponta, aggiungasi: t. de’ giuocatori di dominò: asso.

Portar, aggiungasi: quante che se ghe ne poi portar, met. .quante ne può benedire un prete, e per rincarare la dose: quante ne può benedire un vescovo: — ,Lo colsero in flagranti, e- dagli, picchia e mena gliene diedero quante ne può benedire un vescovo;“ portò adesso — detto di vestito, utensile, ecc. appena ultimato: uscito ora dalle mani: — panciotto uscito ora dalle’ mani del sarto.“ — - „Pare nuovo questo cappello? eppure è uscito ora dalle mani del cappellaio.“.

Porzion, aggiungasi: una bona porzion, in buon dato; — un buon poco — e usasi pure metaforicamente: — „Mangiossi in un, buon dato pesche e prugne “ — «Quanto a vanagloria può dire - d’averne un buon poco.“

Posta; de sta posta, m. avo. aggiungasi: tanto fatto: — „Un ragazzone tanto fatto.“ — „Pani tanto fatti non se ne confezionano oggidì.“

Povaralia, sf. poveraglia.

Pranzeto, sm.. pranzettino, pranzetto, pranzuccio.

Pranzon, sm. pranzone.

Pregar, aggiungasi; no farse pregar, m. prov. confessare senza corda e senza fune.

Premer, aggiungasi: urgere —