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cominciano a rompere i macigni, e dopo rotti i primi si trova una specie di viottolo antico in­ cavato nel sasso, tutto pieno di frantumi, di ma­cerie e di terra, i quali per Tumido continuo si erano incorporati insieme, ed avevano formato un sol masso colla rupe. Si giudica essere questo viottolo l’antico ingresso di questa veneranda Grot­ta, per cui con maggior calore si continua lo scavo, e dopo circa 20 palmi di cammino sot­terra, si trovano alcune tracce di un antica scala di pietra che usciva fuori alla falda della colli­na dietro al Coro. Fatta questa prima operazione, già si comincia a sgombrare la Grotta, la quale di tratto in tratto si rende più veneranda e più divota. Dopo estratta fuori una gran quantità di macerie, già si scoprono le tracce di un antico altare, si di­stingue la mensa, la predella ed i gradini; que­sto consolante indizio indubitatamente assicura es­ sere questo luogo la Grotta, ove si rinvenne la Vergine SS. Accertati della santità del luogo, con maggior zelo si continua a sgombrare e ripulire la Grotta fortunata, e merce la politura si osservano le porle di altre due Grotte, che erano ai lati opposti già fabbricale ed invertite in pozzi, come già si disse nel Gap. IV. Ingrandendosi il corridoio sopraccitato si osservano an­cora le tracce di una scala ingombra di macerie.