Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.1.djvu/241

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capitolo xxiii. 223

come dissi, era un giovine di maniere belle e garbate, e i suoi cortesi e ragionati discorsi lo dimostravano persona ben nata e di squisita educazione: e quantunque noi siamo zotici, la sua gentilezza era tanta che ne restavamo confusi. Sappiate dunque che nel più bello del suo discorso egli ammutolì, fissò gli occhi in terra per buono spazio di tempo, e noi ce ne stavamo cheti e sospesi attendendo ove andasse a finire quella sua stupidità. Molto ci doleva di vederlo a quel tristo partito, perchè ben ci accorgemmo che quel suo aprire gli occhi a grande stento, quel tenerli sempre fissi in terra senza rimuoverli un punto, poi chiuderli un’altra volta stringendo le labbra e inarcando le ciglia, era manifesto indizio di qualche movimento di pazzia che lo cogliesse proprio in quel momento. E pur troppo ci fece conoscere che non ci eravamo in questo ingannati; ma poi levatosi con gran furia da terra ove si era gittato, venne alle prese col primo che gli era da vicino con tal furore, che lo avrebbe ammazzato a pugna e a morsi se non glielo avessimo tolto di mano. In mezzo a questi eccessi sclamava: “Ah disleale Fernando! Qua, qua mi pagherai il torto che mi hai fatto; queste mani ti strapperanno quel cuore dove albergano tutte le scelleraggini, e principalmente la frode e l’inganno„. A queste aggiungeva altre dichiarazioni che miravano tutte ad aggravare quel Fernando, tacciandolo di traditore e di sleale. Noi tutti rammaricati gli togliemmo dalle mani il nostro fratello, ed egli scostandosi senza proferir più parole, andò ad imboscarsi fra questi carpini e questi vinchi sì rapidamente che ci rese impossibile il seguitarlo. Si può conghietturare che la pazzia lo assalisca ad intervalli, e che da qualcuno chiamato Fernando abbia ricevuto qualche gran torto che lo condusse a tanta disperazione; e questo pare tanto più verisimile quanto che alcuna volta egli si è lasciato trovare sulla strada per chiedere ai pastori di essere condotto a mangiare, ed altre volte, quando viene assalito dalla frenesia, se lo toglie per forza senza curare le nostre spontanee offerte, assalendoci a furia di percosse. Quando torna in sè riceve ogni cosa per amore di Dio, e cortesemente e piacevolmente ringrazia non senza spargere molte lagrime. E per dirvi, o signori, ogni cosa, proseguì il caprajo, ieri io con quattro altri pastori, due famigli e due amici miei ci siamo proposti di cercarne finchè ci riesca di trovarlo e di condurlo o per amor o per forza alla terra di Almodovar, ch’è otto leghe di qua lontano; perchè vogliamo ch’ivi si assoggetti ad una cura, s’è male da potersi guarire; e così sapremo chi sia quando avrà qualche lucido intervallo; e se avrà parenti li renderemo consapevoli della sua disgrazia. Ecco il conto che ho potuto darvi di ciò che mi domandaste,