Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/309

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capitolo xxxii 299

proferire parola restò maravigliato di questa cerimonia, credendo che fosse costumanza di quel paese di lavare la barba in vece delle mani. Allungò il collo perchè il suo mento sporgesse in fuori, e al punto stesso cominciò la mesciroba a far piovere, e la donzella dal sapone gli tramenò la barba con gran fretta facendo fiocchi di neve con quella saponata, e distendendoli non solo per la barba ma ben anche per tutto il viso e per gli occhi dell’obbediente cavaliere; tantochè dovette chiuderli per forza. Il duca e la duchesa, che di ciò non erano consapevoli, stavano aspettando il successo di sì straordinario lavacro. La donzella barbiera quando gli ebbe fatto addosso nu palmo di saponata finse che le fosse mancata l’acqua e ordinò a quella dal mesciroba che ne portasse dell’altra, chè già il signor cavaliere aspetterebbe. Così fece, e restò don Chisciotte nella più strana e ridicola figura che mai immaginare si possa. Stavano guardandolo tutti quelli ch’erano presenti, che non erano pochi, ed osservavano quel mezzo braccio di collo più che mezzanamente nerastro, e quegli occhi serrati, e quella barba carica di sapone, e fu gran maraviglia e gran discrezione il poter contenere le risa. Le donzelle dalla burla se ne stavano cogli occhi bassi, non osando alzarli per guardare i loro padroni, i quali fra la collera e il riso non sapevano come regolarsi, se dare gastigo all’ardire delle ragazze, o premiarle pel divertimento che gustavano nel vedere don Chisciotte a quel modo. Tornò finalmente la donzella dal mesciroba e sì terminò di lavare don Chisciotte; indi quella dagli sciugatoi lo ripulì e lo nettò molto posatamente; e fattogli da tutte e quattro in un punto stesso un profondo inchino finsero di andarsene. Il duca allora, af-