propria nè in casa altrui lo scimunito, poichè sul fondamento della scimunitaggine non si alza mai alcun ben ordinato edifizio: ma non andiamo altro innanzi. — Se tu, o Sancio, governerai male, tua sarà la colpa e mia la vergogna; ma mi consolo che ho adempito al dover mio nel consigliarti con ogni efficacia e avvedutezza; e così ho liberata la mia fede. Dio ti guidi e ti governi nel tuo governo, e si allontani da me lo scrupolo in cui resto che tu e la tua isola non abbiate ad andare colle gambe all’aria: cosa che starebbe in me l’evitare s’io scoprissi al duca chi sei, e gli dicessi che tutta questa tua epa e questa personcina che hai altro non sono che un sacco pieno di strambotti e di malizie. — Signore, replicò Sancio, se pare alla signoria vostra che io non sia capace di pigliare le redini di questo governo, io lo lascio andare subito alla malora, perchè voglio più bene ad un nero dell’ugna dell’anima mia che a tutto il mio corpo, e Sancio sarà tanto contento di passarsela con pane asciutto e con cipolle quanto un governatore con pernici e capponi;