Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/409

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capitolo xliv 399

colato, perchè in quell’istante se gli presentarono alla memoria le infinite venture simili a quella, di finestre cioè inferriate, giardini, musiche, concerti amorosi e svenimenti da esso letti nei suoi spropositati libri di cavalleria. S’immaginò subito che qualche donzella della duchessa fosse innamorata di lui, e che l’onestà la sforzasse a tener celate le sue fiamme. Temeva di non esporsi a troppo pericolo, e propose fermamente seco medesimo di non lasciarsi vincere. Raccomandandosi dunque col più vivo del cuore e con ogni buona volontà alla sua signora Dulcinea del Toboso, stabilì di ascoltare la musica: e per far sapere ch’egli era colà, finse di starnutire; di che non poco si allegrarono le donzelle, le quali altra cosa non desideravano che di esser udite da don Chisciotte. Posta pertanto in ordine ed accordata l’arpa, Altisidora cantò la seguente canzone: