Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/474

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464 don chisciotte

rigoroso o sempre indulgente, ma eleggi il mezzo fra questi due estremi; chè in ciò consiste la perfezione della saggezza. Visita le carceri, i mercati, e sino le beccherie e i macelli; chè la presenza del governatore in siffatti luoghi è di estrema importanza: e così tu conforterai i prigioni che attendono di essere restituiti alla libertà, e porrai in sesto le stadere ed i pesi, evitando le frodi, ed incutendo il terrore nei rivenditori delle piazze e nei macellai. Non ti mostrare (se anco lo fossi, benchè non credo), amico nè di roba, nè di donne, nè della ghiottoneria; perchè come il popolo, o chi ha da trattare teco, conosce la piega a cui inchini, si studierà di far in te entrare la corruzione, e tanto ti assalirà, che ne andrai strascinato ad irreparabile perdizione. Guarda e riguarda, leggi e rileggi i consigli e i documenti che ti ho lasciati in iscritto prima che tu partissi alla volta del tuo governo, e troverai in essi, osservandoli, un grande aiuto contra i travagli e le difficoltà in cui ad ogni passo inciampano i governatori. Scrivi ai tuoi padroni, e mostrati loro grato, chè la ingratitudine è figliuola della superbia ed uno dei più grossi peccati; e l’uomo che si mostra gentile a chi gli ha fatto alcun bene, dà indizio che lo sarà anche verso Iddio Signore che tanti beni gli ha impartiti e tutto giorno gl’imparte. La signora duchessa ha mandato un uomo a posta col tuo vestito e con un regalo a Teresa Panza tua moglie, e attendiamo la risposta a momenti. Io sono stato piuttosto ammalaticcio per certo gattamento che mi accadde con pregiudizio del mio naso; ma non è stato poi nulla; chè se vi hanno incantatori che mi maltrattano, altri ve ne ha dai quali sono difeso. Fammi sapere se il maggiordomo che hai teco ebbe parte in quello ch’è avvenuto colla Trifaldi, siccome tu dubitavi, e di tutto ciò che ti accadrà mi andrai informando, essendo corto il cammino che ci divide. Penso di lasciar presto questa vita oziosa ed infingarda che qua conduco, non essendo io uomo nato per istrascinarla da inerte. Mi è accaduto certo negozio per cui temo di poter incorrere nella disgrazia dei signori duchi; ma se per un lato ciò m’importa assai, dall’altro poi non m’importa niente perchè alla fine dei fini io ho a servire ai doveri della mia professione prima che soddisfare i gusti degli altri: comunemente si dice: amicus Plato, sed magis amica veritas. Ti ho detto questo in latino perchè può essere che adesso che sei governatore tu arrivi ad intenderlo. Dio ti guardi in modo che nessuno debba avere compassione dei fatti tuoi.

“Il tuo amico
don chisciotte della mancia„.