sono tutti quelli che nella lingua castigliana cominciano in al; per esempio, almohaza, almorzar, alhombra, alguazil, alhuzema, alcuza, almazen, alcanzia, ed altri somiglianti, che debbono essere pochi più: e tre soltanto ne ha la lingua spagnuola che sono moreschi e terminano in i, e sono: borceguì, zaquizami e maravedì: le voci alhelì e alfaquì, tanto dall’al onde cominciano, quanto dall’i in cui finiscono, sono conosciute per arabiche. Ti ho detto questo di passaggio e per essermelo ricordato nella occasione di nominare alboghi: e ci ha da giovare assai alla perfezione di questo esercizio l’essere io un cotal poco poeta, come tu sai, e come lo è ancora in grado eccellente il baccelliere Sansone Carrasco: del curato non fo parola, ma scommetterei ch’egli pure debba avere i suoi merletti ed il collare da poeta, come non dubito che li avrà maestro Niccolò; perchè tutti o la maggior parte dei barbieri sono poetastri o chitarristi. Io mi dorrò della lontananza; tu ti vanterai d’innamorato costante; il pastore Carrascone d’essere disprezzato, e il curato Curatambro di quello che più gli sarà in piacere, ed in tal maniera procederà benissimo la nostra vita.„ Sancio rispose: — Signore, io sono tanto disgraziato che ho paura che non arriverà mai quel giorno in cui mi vegga in questo beato posto. Che bei cucchiai farei io quando fossi pastore! Quanti pani grattati! Quanti pastorali manicaretti! Rinun-