Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/613

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capitolo lxviii 603

sciotti? Basta, torniamoci a coricare, e dormiamo il poco che rimane della notte; chè dimani qualche santo ci aiuterà. — Dormi tu, o Sancio, rispose don Chisciotte, tu che sei nato per dormire, quando io nacqui per vegliare. Nel poco di tempo che manca sino all’alba, io lascerò libero il corso ai miei pensieri, e li sfogherò in un madrigaletto, che composi stanotte nella mia fantasia senza farne teco parola. — Pare a me, rispose Sancio, che i pensieri che possono esprimersi in versi non debbano essere molto serii; ma vossignoria versifichi pure a suo piacere, chè intanto io dormirò il meglio che potrò.„ E sdraiandosi sulla terra, si accoccolò e tornò a dormire saporitamente senzachè mallevadorie, debiti o dolore alcuno ne lo sturbassero. Don Chisciotte, appoggiato al tronco di un faggio o sughero (chè Cide Hamete Ben-Engeli non ha distinto bene di che qualità fosse l’albero), cantò al suono de’ suoi stessi sospiri i versi seguenti:


AA
more, allorch’io penso

Quanto il mal che mi dài sia grande e forte,
Vommi incontro alla morte,
Sperando di finir mio male immenso.
     Ma giunto appena al passo,
Ch’è porto a questo mar del mio tormento,
Tanta letizia sento
Che la vita s’afforza e nol trapasso.
     Così il viver m’uccide,
E la morte fa sì ch’io torni in vita:
Vedi sorte inaudita,
Che ognor tra vita e morte mi divide!


Accompagnato era da molti gemiti e da non poche lagrime ognuno di questi versi, come parto di un cuore trafitto dal cruccio dell’essere stato vinto e da quello dell’assenza di Dulcinea. Venne il giorno, ed il sole colpì co’ suoi raggi gli occhi di Sancio, che si destò, si stirò, e scuotendo e dilungando le infingarde membra, mirò il mal governo che avevano fatto i porci della sua credenza, e maledisse il gregge, e andò anche più avanti colle imprecazioni. Tornarono finalmente ambidue all’intrapreso cammino, e al declinare del giorno si accorsero che venivano alla volta loro intorno a dieci uomini a cavallo, e quattro o cinque a piedi. Si destò il coraggio di don Chisciotte, e si avvilì quello di Sancio, perchè quella gente portava lance e targhe, e sembrava disposta a combattere. Don Chisciotte si voltò a Sancio,