Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. I, 1928 – BEIC 1814190.djvu/107

Da Wikisource.

ragionamento sesto 101


pietra, e dicendogli: — Lieva di qua, scarpella un poco da questo canto, subbia qui, da capo; trapana qua disotto — e: — bevane un poco di costí — e: — lima un altro poco colá — egli gli fece fare un bel termine? Quando lo scarpellino si vedde quella cosa inanzi, se gli voltò e disse: — Chi avrebbe detto che ci fosse stato sí bell’uomo in questo sasso sí brutto? Se voi non me lo facevate scoprire, mai ce l’avrei veduto dentro. —

Barlacchi. Sará bella cosa il vostro libro, se dice di queste cose nuove! Tenete menato, e ditecene quattro altre.

Cerrota. Tutte le cose che sono, inanzi che le fussino, l’erano disunite, e non è cosa bella, se la non è unita,

Barlacchi. Squadernatemi questa logica filosofica, ché io vo tastoni per coteste parole.

Cerrota. Un architettore che vuol fare un palazzo, súbito si mette nel capo calcina, pietre, mattoni, travi, usci e finestre. Questo maestro non è egli di terra?

Barlacchi. Questo non si può negare.

Cerrota. Ecco che egli cava dentro alla sua terra, sotto terra, la prima cosa il disegno di quel palazzo e ve lo ha tutto tutto finito a punto a punto.

Barlacchi. Altrimenti non potrebbe far modegli: chiarissimo.

Cerrota. Quando egli l’ha dentro, di’ che lo getti fuori! Non mai; anzi, sí come egli l’ha lá sotto la terra, fa mestiero che di sotto terra lo cavi; e tosto fa cavare i sassi dalla calcina, la terra da mattoni, le pietre per i conci e a poco a poco mette su, mette su tanto che lo fa venir fuori della terra tutto: e l’avrebbe fatto tutto a un tratto, ma bisogna esser maestro e non ombra del maestro. Non direte voi che quel palazzo era sotto terra?

Barlacchi. Si, ma in pezzi.

Cerrota. Io dico intero intero.

Barlacchi. In pezzi, in buon’ora!

Cerrota. Intero, in buon ponto! Ma come avresti voi tirato a un tratto una cosa sí grande, che pesa tanto, fuori a un tratto? Se la fosse stata possibile a fare, l’avrebbe fatta.