Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. I, 1928 – BEIC 1814190.djvu/248

Da Wikisource.
242 i marmi - parte seconda

in domani, un certo tempo lungo: alla fine egli te le rende senza averle pur guardate; ma prima a quanti praticano con lui, dice: Io ho la tal cosa di Vittorio, io tengo le tal sue composizioni, e senza averle lette le giudica; e dice che le sono una cosaccia, misurando gli altri con la sua misura, e fa proprio come coloro che pigliano un libro in mano a una libraria, che, aprendolo a caso, a caso ne leggano un verso o due, dove per sorte piacerà loro, e comprando il libro lo lodano a ciascuno senza averne veduto piú altrimenti. E ben sapete che non è sí degna opera, che non vi sia qualche parte di composizion dentro che offenda la materia, umore, cervello o pazzia di chi legge; nè sí cattivo scartafaccio, che non abbia in sè qualche poco di non so che, la qual cosa diletta a certi, onde viene spesso lodato il biasimo, e biasimato chi merita lode. Sí che questi tali son certi amici da tre per pajo, come i capponi da Seravalle. Di questi n’ho provati parecchi, et ho trovato all’ultimo che egli è meglio far conto che sien seppelliti vivi, e vivendo morti. Io per me non so esser di questa tacca; quando voglio un’oncia di bene a uno, son forzato a metterci le facultà, la persona e la vita; i disagi, per l’amico mi son agi; la servitú mi diventa libertà; la perdita, guadagno; e brevemente, quando sono amico, non mi ritiro indietro mai a far cosa nessuna per lui, sia di che sorte si vuole, benché la non sia da fare; perchè delle cose giuste e ragionevoli, oneste e del dovere, tu sei sempre obligato a farle per ciascuno: ma io voglio che per via dell’impossibile l’amico conosca che io gli sono amico. S’io fossi stato signore, andavo in precipizio tosto; perchè avrei servito l’amico, senza guardare o lecito o non lecito.

Agnolo. Questa cosa io non la lodo; conciossiachè la non è da Cristiano, nè da uomo da bene; nè fia alcuno che lodi mai cotesto estremo: tutte le cose vogliano peso e misura.

Vittorio. A poco a poco io darò in terra, e vi tirerò dove è il dovere. Non sapete voi che si dice per proverbio: E’ si dà l’ufizio e non la discrezione? Non si tira l’arco tanto, che egli si spezzi; nè si pela la gazza sí fattamente, che la gridi.