Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. I, 1928 – BEIC 1814190.djvu/247

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ragionamenti arguti 241


Agnolo. Chi t’ha mosso a odiare il tale N? e chi t’induce a scriver sempre contro di lui?

Vittorio. Qui mi cascò l’ago: io per me non conosco cotestui né so chi egli si sia: guardate ora con chi voi l’avete.

Agnolo. E del tale?

Vittorio. Non ho detto mai male di lui; io ho tolto tutto quello che io ho trovato scritto di suo mano, che egli aveva in vitupero d’altri composto e ho fatto dir la partita in lui, acciò che vegga quanto è il piacere a scriver d’altri e dispiacere a essere scritto di sé.

Agnolo. Questo è un modo nuovo di far vendetta; egli si chiama tôr la spada di mano al nimico e dargli con le sue arme.

Vittorio. Cosí è: vedete s’io son valente! Ma la mia intenzione, acciò che voi sappiate, non è stata d’offenderlo, ma è stata per riprenderlo, acciò che egli s’emendi e che diventi buon cristiano e impari ad amar il prossimo come se medesimo.

Agnolo. Che grand’uffizio di caritá!

Vittorio. Il fatto mio è un piacere, ché almanco io sono o ritto o rovescio, la fo dentro o fuori, non sono un teco meco, o Cesare o nulla. Che vuoi tu che io facci come certi che fanno il fratello con esso teco e t’intaccano la pelle in amore?

Barone. Udite, l’è vera cotesta fantasia: e’ ci son certi che fanno di mali offizii e non par lor fatto.

Vittorio. Udite, e poi vi segnate. Io conosco un certo soppiattone che fa l’amico con esso meco, e talvolta, quando io gli mostro le comedie che io compongo e che io lo prego a dirmene il parer suo, adducendogli molte ragioni, verbigrazia: — Io non veggo nelle mie cose; io ci sono troppo affezionato; ciascuno debbe mostrar le sue composizioni a uno amico che le giudichi; io ho fede in voi, non mancate di dirne il vostro parere; — egli súbito promette di far tutto bene e di vederle e, dove saprá, vedrá, potrá, fará e dirá. Come io mi parto da lui, egli le mette lá in un cantone, e, quando le sono state in preda della spazzatura (e spesso ve ne manca uno straccio e talvolta non si ritrovano), egli ti tiene, con il non aver potuto, d’oggi