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ragionamento della poesia 255


Giuseppe. Piacemi il vostro capriccio. Ma che dite del serbarle?

Baccio. Deh, fratello, la nostra scritta dice in peggiorare. Tu ne trovi assai che, passato quelle furie del comporre con ispirito, megliorino la composizione! Anzi la piú parte quanto piú la rimestano piú pute, se giá in quel tempo medesimo non la limassino. La nostra natura, il nostro cervello, il nostro sapere, il nostro giudizio si muta, tramuta, guasta, corrompe e non istá mai saldo molto tempo, perché la combustione degli elementi ci sforza a far cosí: si muta la pelle, il pelo, si consuman le forze, si spegne il vigore, si stracca la complessione e si diventa d’anno in anno d’un’altra fatta; ancóra il cervello fa le sue rivoluzioni: sí che il tenér le composizioni in un cassone dieci anni non mi piace e il darle a uno o due a giudicare non la lodo punto.

Giuseppe. Adunque il publicarle alla prima furia di cervello vi quadra.

Baccio. Chi è stato alla fossa sa che cosa è il morto: a me è accaduto tutti questi casi, e a dieci miei amici e cento altri che io ho conosciuti, e non ne voglio nominare alcuno, perché non è persona che legga che non sappia ch’io dico il vero, in una gran parte, s’io non dico in tutto.

Giuseppe. Fate ch’io v’intenda, circa allo stamparle.

Baccio. In questo caso tu senti l’opinione di mille e dieci mila e vedi, alle tante rafferme, se le son buone o cattive: se del continuo le tue opere si vendono, sia certo che le sono, se non in tutto, parte, buone; se solamente una volta le si stampano, di’ pure la cosa va male; come i librari fuggono i tuoi stracciafogli, va pure a ficcarti la penna nell’orecchia e non imbrattar piú carta: perché l’è una regola general questa, che le cattive non si vendon mai un terzo, e se pure le si smaltiscano tutte, le vanno per via di trabalzi. Chi fa le sue opere oggi e delle tre parte del libro ve ne sia una buona, egli se ne può andare altiero galantemente. Adunque nell’udire tante e tante diverse tasse, riprensioni, sbeffamenti e lode e biasimi, ti fanno conoscere a parola per parola quel che vale e tiene ne’ tuoi