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ragionamento della poesia 261


il privilegio della laurea

di messer Francesco Petrarca

la quale onoratamente gli fu donata a roma in campidoglio
alli ix d’aprile mcccxli
.

A perpetua memoria del fatto, noi Orso, conte dell’Anguillara e Giordano dei figli d’Orso cavaliere, senatori di Roma, facciamo sapere a tutti coloro ai quali arriveranno le presenti nostre lettere. Essendo noi composti d’anima e di corpo, e cosí avendo gli uomini due strade d’acquistarsi gloria, l’una delle quali s’esequisce con le forze della mente, l’altra del corpo, l’onnipotente Iddio fin da principio del mondo volse che ’l principato d’amendue si ritrovasse in questa gloriosissima cittá. Lá onde giá s’è veduto che questa medesima cittá per lo tempo passato o vero ha generato o, generati altrove, ha nodrito, accresciuto e illustrato infiniti uomini notabili cosí nell’arti d’ingegno quanto nell’esercizio della guerra. E veramente che fra le molte cose le quali si fanno con le forze dell’animo, lasciando per ora di ragionare degli atti del corpo, nella nostra republica altre volte sono stati in grandissimo prezzo di floridissimi e d’ogni lode degni istorici e sopra tutto poeti, con la industria e la fatica dei quali cosí a loro medesimi come agli altri uomini chiari, i quali essi degnavano nobilitare coi versi suoi, ne veniva a nascere fama immortale. Per opra di costoro principalmente n’è venuto che noi abbiamo memoria di questa cittá, dell’imperio, dei nomi, della vita e dei costumi degli altri uomini illustri di ciascuna etade, i quali da loco alcuno per corso di tanti secoli a noi non potevano aggiungere. E certo, sí come l’abondanza dei poeti e degli istorici a molti è stata cagione di gloriosa e divina gloria, cosí non è dubbio che la carestia di quegli a lungo andare di tempo a infiniti altri ha recato indegne tenebre d’oblio alla eternitá del nome loro. Di qui spesso viene che, non sapendo le lode di quegli uomini i quali sono vissuti con noi (cosa maravigliosa da credere), di tutti i piú antichi certa notizia abbiamo. E certo che i poeti nella gloria del tempo passato sono egualmente famosi, e saranno; perché, come abbiamo detto, a se medesimi e agli altri immortalitá acquistavano e,