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276 i marmi - parte seconda


frugate, si va a pericol di scoppiare e di rimanere un dappoco negligente, mal servente, di poco credito, straccurato; e tal volta si dice: — Egli non ha voluto. — Cosí il perder l’utile e l’onore è la manco.

Enea. Io che son vecchio e ho pisciato in piú nevi, senza il dibattermi il capo che io ho fatto tanti anni su’ libri, s’io fussi, essendo giovane, stato capitano...

Vico. Voi ci mettete troppi codicilli.

Enea. Cacasangue! che vuoi tu che io facci ora?

Vico. Dite, che fareste?

Enea. Cercherei di guadagnarmi un onore, fussi in che caso egli volesse: in sostentare uno assedio, in resistere a un assalto, in affrontare il nimico; tant’è, quando io n’avessi vinta una, vorrei poi bello bello avvilupparmi in qualche altro negozio e mai piú correr pericolo da perder quell’onore che io mi avesse acquistato con pericolo della vita.

Pollo. Udite, forse che non sarebbe cattivo disegno! Perché, facci uno quante prove egli sa nei casi della guerra e sia valente, governi la cosa con giudizio e reggasi piú retto che un archipenzolo, poi la sorte, la fortuna, il diavolo o sia che si voglia sinistro e accidente inremediabile che lo facci perder un tratto, la broda se gli rovescia tutta a dosso di lui, e, brevemente, non ha fatto nulla. Io non voglio or nominare venticinque esempi, per non esser tassato di savio dopo il fatto. Ma ditemi: non fu un Marte il signor Giovanni1? Sí certo. Se non andava a scoprire i nimici e avesse mandato un altro quando toccò la moschettata, non era meglio? Sí, certo. Il signor Giovan Batista Monte non era egli valentissimo, animoso e bravissimo capitano? Sí, veramente. Non si dice egli che fu troppo ardito? Messer sí. Ecco che, ogni poco che l’uomo penda, noi siamo su le colpe, di dire: — E’ doveva fare, doveva dire; io avrei fatto, io avrei detto. — Quando questi arditi riprensori si fossero trovati loro una volta in queste, quelle o quell’altre simil forbici, forse forse che non abaierebbono: — S’io fossi stato nel re a Pavia, nel

  1. De’ Medici, dalle Bande nere [Ed.].