Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. I, 1928 – BEIC 1814190.djvu/281

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ragionamento di diverse etá del mondo 275


mal pratiche, disarmate e piú tosto buone da guardar vacche e buoi che far guardie o combattere; tale gli metteva in essere per farne la mostra, che si straccava tanto a dar bastonate e correr di qua e di lá che egli per istracchezza si gettava in terra, dicendo: — Vada in malora quanti villani portan celata. — Parevami poi che si fosse fatta una scelta de’ manco cattivi e fossin posti in ordinanza, e i capitani che avevan trovati in parole i soldati, bisognava che rendessino gli scudi indietro con un bestemiare, perché ci avevano messo del loro, perché assai s’eran fuggiti e presa per la piú corta: e qui mi feci inanzi a dar la cassia; onde mi ritrovai come dice il proverbio: «ogni buon cotto a mezzo torna». Pensate che animo era il mio a vedermi colonnello di cinquanta scalzi! — Orbe’ — diss’io da me medesimo — aspetta, re, le fanterie; sta di buona voglia, ché le verranno ora. — Io credo certamente che quella sera prima, che io ebbi tanta gentaglia dove io faceva la massa, credo che ci mancassi poco a dar la volta al cervello e diventar pazzo intrafatto. Oh che confusione! oh che romore! che rompimenti di cervello! Egli ve n’era poi de’ fastidiosi (pensate voi! di mille sorte sangui), che Moisè non gli avrebbe regolati né dato lor legge: chi gli avesse impalati, non sarebbono stati in termine né a segno.

Pollo. Pur beato che tu dormivi; se tu eri desto e’ ti davano la mala notte.

Vico. Io venni, cosí dormendo, in tanta colera e furia che io cominciai a ferir questo e dare a quell’altro, talmente che, sudato e affaticato, io mi destai.

Pollo. Oh che bravo colonnello ti parve egli essere allora!

Vico. A me parve risuscitare. Oh che allegrezza! E considerai in fatto, perché il mio fu sogno, che gran dispiacere e che disturbo bestiale, affanno, dolore e fastidio debbe avere uno che si trovi in sí fatti bucati.

Pollo. Peggio credo che egli sia quando l’uomo si trova in una zuffa di cavalli e di fanterie a menar le mani.

Vico. In coteste fazioni almanco si corre la sorte dell’utile e dell’onore al par della vita che si perde; ma, in queste