Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. I, 1928 – BEIC 1814190.djvu/9

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al magnifico e nobilissimo signore

IL SIGNOR ANTONIO DA FELTRO

nostro amicissimo

GLI ACADEMICI PEREGRINI SALUTE.

Vogliono, eccellente signore, i nostri sapienti maestri che non sia la piú bella cosa che la congregazione di molti buoni popoli adunati insieme per bene publico e utile particolare l’uno dell’altro. E questa pare che fosse la prima cosa che accettasse il mondo, del viver tutti gli uomini uniti insieme; e da questa unione son venute a crescere, le cittá e le terre, mirabili: poi, secondo Platone, furon trovate le republiche, e le formiche ne furono inventrici; e le compresero gli uomini per veder sempre quegli animali andare di pari, travagliarsi equalmente, provedere tanto l’una quanto l’altra e aver comune ogni cosa. Veramente egli è bello effetto, di questi animali, che cosí parimente si aiutino, s’amino e si governino: piacessi a Dio che fosse tanta sollecitudine negli uomini ad imparar la virtú, come è quella di sí fatti animali in provedere alla lor vita, ché forse gli oziosi non viverebbon del sudor di chi s’affatica né si pascerebbono gl’ignoranti con il pane della ricchezza. Dopo la congregazione vennero a principiarsi le lettere, che il mondo accettò per buone: cosí seguí, per la terza cosa che piacesse, le leggi: poi se ne sono approvate assai; ma queste furon delle principali e delle piú utili, necessarie e profittevoli. Noi, adunque, abbiamo formata la prima, d’unire molti rari intelletti insieme, e, secondariamente, trovare il modo da sodisfare al mondo con le lettere, e, con leggi che si appartengano a una