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ragionamento di diverse opere e autori 95


Maestro. Bene sta: che altro volete interrogarmi?

Chimenti. Se «Battista» si scrive con un t solo, o con due.

Maestro. Perché i latini vi mettano Bapti, però lo farei con due.

Pecorino.«Bue», va egli con duo u, «buue», perché si dice «bove»?

Maestro. Domine, non.

Pecorino. Adunque né ancor «Batista» ha d’aver due t. Ma ditemi: «exemplum», porta egli due ss quel x?

Maestro. Ita est, perché modernaliter si forma «essercitio, essercito».

Chimenti. Credo che basterebbe una sola, perché a dir «simplex» v’è dentro un x, ch’è dire «scempio», che tanto rilieva quanto che dirvi «sciocco»; e pur non si scrive «simpless».

Maestro. Voi dovete aver letto l’Acabala o la Clavicula di Salamone, sí ben mi soprarivate ai passi. Ma io credo che agli eruditi, nelle locuzioni filosofice, non sormonti unquanco a trovare scritto «essercito», «exercitio» o «exercizio».

Pecorino. Ancóra «ignoranzia» per z, e «ignorantia» per t non debbe darvi molta noia.

Maestro. Sí bene: quell’«ignoranza» importa a noi altri precettori che abbiamo a disciplinare le piante tènere.

Chimenti.«Raperonzolo» va egli per un z o per due?

Maestro.«Napuculus», rapa piccola, con due «zeti», per amor della mezza dizione, perché le quattro lettere, secondo il costume di noi altri precettori, richiedon due z.

Pecorino.«Stronzolo» va pur con un «zeta» solo, che deriva da quelle quattro lettere che voi dite.

Maestro. Noi allocchiamo meglio le parole con due «zeti» come è «mézzo», «mèzzo», «mozzo», «puzzo».

Chimenti. Voi dovete avere studiato dall’alfa all’omega. Ma cotesta ragione non m’entra, perché «zotico», «zugo», «zecca» e «zacchera», che tutti son nomi de’ vostri proprii, si adestran meglio a voi altri pedan... maestri.

Maestro. Che v’importa egli a sapere la cosa sí minutamente aut distinte?