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94 i marmi - parte terza


Maestro. Quem quæritis?

Chimenti. Cercavo di saper il modo della cosmografia che costoro scrivono in questi A B C di nuovo.

Maestro. Ortografia, volete dir voi, che vien da ortus, che vuol dir nascimento d’umore che vien nel capo alle erudite memorie.

Pecorino. Voi siate su la buona pesta: toccatemi la derivazione secondo la vostra teologia.

Chimenti. Non favellate, però, tanto in aere, ché anch’io non possi trarvi la berretta, se non agiugnerla con mano.

Maestro. Secondo Averrois, in duodecimo Phisicorum, e Servio, De quantitate sillabarum...

Chimenti. Oimè, dove son io condotto!

Maestro.... le parole vogliano essere intese, o sien mezze o sien mozze o sien in un mazzo, sicut in Cato scrittum est.

Pecorino. Date in terra, messere maestro, e non entrate in Ianua rudibus altrimenti.

Maestro. Il fondamento della loquela è sempre buono, perché fundatio habet duas partes.

Chimenti. Mi raccomanderò alla signoria vostra.

Maestro. Voi sète impazienti: che vorresti voi saper breviter?

Pecorino. Come si scrive «nequitia», «nuntiate»; se la va in «zeta» o in «ti».

Maestro. Tanto è, ell’è come l’uomo se l’arreca: ancóra lo scriver «philosophia» per «pi» e «acca» o scriverlo con «effe» per tutto, non fa nulla, pur che egli s’intenda.

Chimenti. Chi scrivesse «Pedante» per P maiuscolo, non istarebbe meglio, e «Ignorante» ancóra, messer?

Pecorino. Ancóra «Asino» va con l’A maiuscola, n’è vero, maestro?

Mafstro. Distinguo: Asinus homo aut bestia?

Chimenti. Bestia, messere, bestia, vi dician noi, con due piedi.

Maestro. Non hanno due piedi gli asini.

Pecorino. Sí bene, si dice le zampe dinanzi e i piè di dietro.