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196 i marmi - parte quarta


favoriti dagli dei e dagli uomini molto onorati, onde si deliberarono di mandarvi un gran filosofo che fra loro stesse alcun tempo e disposero d’un Fetonio, uomo agile a tal cosa e mirabile, acciò che, tornando con quelle leggi imparate, l’insegnasse loro, e i lor ottimi costumi; cosí l’imposero che ben mirasse tutti i costumi e ordini. Erano a quei tempi i tebani uomini generosi e valorosi, di tal sorte che la fine della loro intenzione era d’acquistar fama per via d’edifici e far una memoria immortale per darsi tutti alla virtú. A una cosa è buona la curiositá, all’altra ci bisogna buoni filosofi. Partissi il filosofo Fetonio e dimorò nel regno dei lacedemoni poco manco o piú d’un anno, sempre guardando minutamente e considerando sottilmente tutte le cose di quel regno; perché i semplici uomini si sodisfanno con una occhiata, ma i savi le considerano per conoscere i loro secreti. Dopo che ’l buon filosofo si vedde sodisfatto e d’aver compreso tutte le cose de’ lacedemoni, egli si messe in viaggio e se ne tornò ai tebani. I quali, come seppero la sua venuta, concorsero tutti a vederlo, tutto il popolo se gli accerchiò intorno, perciò che voi sapete che egli è piú curioso d’udir l’invenzion nuova che di seguire l’antiche, ancóra che una fosse danno e l’altra utile. Come il popolo si fu accomodato in piazza, il filosofo vi fece rizzare una forca in mezzo, coltello e altri strumenti da far giustizia e gastigare i malfattori. I tebani, veduto questa cosa, si scandalizzarono da un canto e dall’altro si spaventarono. In questo il filosofo favellò in questa forma: — Voi altri tebani m’inviasti ai lacedemoni perché io imparassi le lor leggi e ordini e costumi: in veritá che io sono stato lá un anno, come sapete, e ho minutamente considerato il tutto; per che sono ubligato non solamente a saperlo, per riferirvi, ma, come filosofo, ancóra a darne, e poter darne, buona ragione. La mia risposta dell’imbasceria è questa: i lacedemoni tengon una simil forca per amazzare i ladroni; quell’altro tormento, gastigano i biastematori; con quel coltello uccidano i traditori; ai maldicenti dánno quell’altra pena; i sediziosi con quell’altro tormento riprendono — e cosí, di cosa in cosa, mostrò i vizii e il gasti-