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discorso del bordone 197


gamento. — Questa non è legge ch’io v’abbi portata scritta, ma il modo da conservar la legge. — Spauriti per le pene i tebani, gli risposero: — Noi non t’abbiamo mandato ai lacedemoni per instrumenti da amazzare o tormentar la vita, ma per legge per regger la republica. — Replicò allora il filosofo: — O tebani, io vi fo intendere che i lacedemoni non son tanto virtuosi per le leggi che i lor uomini morti, vivendo, ordinarono, quanto per il modo che hanno usato per sostentarla a’ suoi vivi; perché la giustizia consiste piú nell’essequirla e conservarla che in comandarla e ordinarla. Facilmente s’ordinano le leggi, però con gran difficultá si esseguiscano; perciò che, a farla, si ritrovano mille uomini spesse volte, ma, a mandarla a effetto, non comparisce nessuno. Molto poco è quello che noi sappiamo ora, a rispetto di quello che seppero i nostri passati; pur con il mio poco sapere m’ingegnerò d’ordinar le leggi tanto buone a voi, tebani, quanto si sien quelle de’ lacedemoni; conciosia che non è cosa piú facile che cavar dal buono e non si trova piú comune errore che seguire il cattivo. Non vedete voi che poche volte s’adempiscano tutte le cose insieme? Se si trova chi facci la legge, non si trova chi l’intenda; e se si trova chi l’intenda, non si trova chi l’esseguisca; e se si trova chi l’esseguisca, non v’è chi la conservi; se v’è chi la conservi, non v’è chi la guardi: e poi, senza comparazione, son piú quei che mormorano del buono che quegli che contradichino al male. Voi vi scandalizzasti perché io feci condur questi strumenti dinanzi agli occhi. L’avere le corte piene di leggi, la republica piena di vizii, non è altro mezzo che la giustizia che sia buono ad accomodare questa unione. Con questo mezzo si conservano i lacedemoni: e se desiderate, dopo che vi sarete disposti d’osservar la legge, che io la legga, ve la farò veder tosto scritta; ma, se non vi disponete d’osservarla, non accade che io ve la legga: io mi contenterei che voi leggeste con un occhio, ma vorrei ben con tutta la persona, dico, mi piacerebbe che la conservaste, perché avrete piú gloria assai in essequirla che in leggerla. Voi non avete a tenervi virtuosi nel cuore né con la bocca esaltar la virtú, ma avete da saper che