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218 | i marmi - parte quarta |
IIII. Inferno delle puttane e de’ruffiani.
Qua son convertiti i ruffiani in puttane e le puttane in ruffiani, e si gastigano l’un l’altro di tutte le tristizie che hanno fatte e fanno insieme e fatte fare.
V. Inferno de’ dottori ignoranti, artisti e legisti.
Tutti coloro che hanno adottorato queste bestie son puniti delle medesime pene, che son tante che non v’è tante cauterie nel Cipolla né tante diavolerie ne’ Bartoli e ne’ Baldi. Oh che pazzo inferno è questo! oh che gran bestioni di dottoresse si vede egli dentro, che mai, oltre all’altre cose, fanno altro del continuo che mangiar libri e inghiottire scritture!
VI. Inferno de’ poeti e componitori.
Chi vuol veder tutte le disgrazie, tutte le girelle che si possino imaginare e le malizie che ha poste in uso l’ignoranza, legga questo inferno e noti ben tutte le pene de’ poeti, che gli avrá buona memoria, s’egii le terrá tutte a mente.
VII. Inferno de’ soldati e capitani poltroni.
O Dio, che grand’esercito! quel di Serse è un’ombra. Leggete pure, e vedrete quanti e quanti, e le pene bizzarre che patiscono del continuo.
Uomini che son guida all’autore ad andare all’inferno.
Virgilio, Dante, Matteo Palmieri,
Menippo, La Sibilla da Norcia,
La Fata Fiesolana e Orfeo.