Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. II, 1928 – BEIC 1814755.djvu/62

Da Wikisource.

i marmi - parte terza 57


egli aspettasse che io mi mettesse in ordine; se levar la mattina, aspettava che io andasse a vestirlo; se andare al letto, io lo spogliasse: tanto che lui aveva l’affanno dell’aspettare e io del servire. Io mi ridevo talvolta da me medesimo, dicendo: — Costui non va fuori senza me, perché ha paura di non si perdere, e io non son pagato da lui ad andargli dietro per altro che per saperlo rimenare a casa: ecco bella matteria che è questa che io fossi posto dalle stelle nel venir giú a far quest’ufízio di andar sempre dietro a un uomo ed egli sempre inanzi a me!

Adormentato. Provaste voi altra arte?

Disperato. L’esser religioso; e lasciai stare, perché non mi bastava l’animo di diventar si buono né osservar tante cose degne ordinate per nostra salute dalla religion cristiana.

Adormentato. L’armi vi piacquero poi piú che le lettere.

Disperato. Anzi le lettere prima; ma non seguitai, perché le veddi cariche di travagli, di fastidi e d’affanni. S’io pigliavo amicizia, e che io la perdessi, crepava di dolore; non l’avendo, viveva da fiera di bosco; tenendola stabilmente, i suoi travagli erano i miei e tutti i dispiaceri degli amici gli sentiva in me medesimo: senza amicizia non si può fare; gli amici buoni si trovano radi, e cosí io non ci trovo un boccon di netto: per tutto c’è che fare e che travagliare.

Adormentato. Pur troppo!

Negligente. Io voglio pur dire una composizion piú dolce, se bene l’è poco avemurata anch’ella, e farmi udire lamentar d’Amore a tutto il mondo; e se ci mancasse in queste mie rime non qualche cosa, non poco, ma assai, ricordatevi che io mi chiamo il Negligente, e me ne contento, se giá non mi voleste ribattezzare e chiamarmi l’Ignorante.

1
     Quanto piú s’invaghisce il gran desio
che mi conduce alla fiorita piaggia,
de le lodi di voi spazioso albergo,
men so dove posarmi e di quai fiori
tesser ghirlanda a le dorate chiome
dove io m’avvolsi e mai fuggir non credo;