Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. I, 1928 – BEIC 1814190.djvu/143

Da Wikisource.

ragionamento settimo 137


Nanni. I condotti dell’acque son troppi: che volete voi fare di sí gran polla? La macinerebbe un mulino; basta la mitá a quella fonte e a quell’altre cose, anzi è troppo.

Betto. S’io non do del capo nel muro questa volta, ne vo io bene. Voi staresti bene con quell’abate che scrive il Cortigiano, che mai se gli potette dare ad intendere di quella terra, che egli voleva che si facesse una fossa grande per mettervela dentro. Quanto piú acqua è tanto è piú bella cosa, massimamente che la non offende nulla, anzi serve; e vorrebbe piú tosto essere altretanta che la mitá manco. Vedete se voi siate al segno!

Nanni. Non sará giammai lodata (poi che tutto il restante volete che sia ben fatto) quella montagna alta alta che voi fate fare in mezzo dell’orto; e poi nella cittá! Oh, la fia piú alta che non è la casa due volte, se vi fate lavorare otto di tanti contadini!

Betto. Voi altri vecchi non pescate ne’ nostri fondi; voi siate usi a pigliar cazzuole. La piú bella cosa che sará sul fiorentino fia la mia montagna: prima, la dominerá tutti gli edifici e le strade, onde non sará la piú bella veduta; poi, ne caverò un mondo di utile, perché sará piena di frutti e d’uve, e, in cima, un orto di semplici, che fará stupire il mondo.

Nanni. Non so piú bella semplicitá che far montagne nel mezzo de’ suoi orti!

Betto. Andatevi con Dio; di grazia, non mi tormentate piú. Ma ecco Dattero. Io sto fresco questa volta ad averne due a un tratto alle spalle! Se costui se ne va e questo altro resti, caggio della padella nella bracie. Che c’è, messer Dattero, filosofo appetitoso?

Nanni. Se voi non siate appetitoso, non vaglia.

Betto. Avete voi nulla di nuovo da dirmi?

Dattero. Certi sanesi m’hanno scritto che vorrebbon veder la vostra opera chiamata la Gigantomacchia e mi pregano che io vi supplichi a farla lor vedere.

Betto. I miei libri, per dirvi il vero, son parenti di quegli del Doni, che prima si leggano che sieno scritti e si stampano