Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. I, 1928 – BEIC 1814190.djvu/239

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ragionamenti arguti 233


Soldo. Le son cose tutte belle, accadute; ma io dubito che gli istoriografi non giuochino tal volta di ciancie con la penna.

Matteo. Non so questo; io riferisco quel che ho letto.

Soldo. Séguita adunque: o sia vero o no, basta, è trattenimento piacevole e dilettevole.

Matteo. Egli accaddé, dopo questo, che vennero alcuni altri per molestar l’Italia, fra ’ quali fu nella terra di Campagna un certo Buccellino, che v’invernava con grosso esercito; e Narsete con prestezza inaspettatamente, con grand’impeto l’assalí e lo ruppe e destrusse. Un altro gran capitano, che era con Buccellino, ritraendosi, s’uní con Avidino, capitano de’ gotti, e fece esercito a Gaeta e s’unirono con molte forze, molestando i romani. La qual cosa sapendo Narsete, subito andò a trovargli, e assaltogli con fiero animo; onde vinse la battaglia e prese vivi i capitani. Avidino fu mandato da lui legato e preso dall’imperadore a Costantinopoli e l’altro fatto morire. Prese Narsete un’altra battaglia contro a Sinduale re de’ brettoni, il quale venne in Italia con gran copia di gente per ricuperare il regno di Napoli, che giá, secondo il suo detto, fu degli antichi suoi, e prese, con finta amicizia, piede con i romani; poi con ribellarsi s’inimicò. Narsete piú volte venne seco alle mani, e vinceva e perdeva ancóra spesso, perché non fu mai si aventurato capitano che non avesse qualche disdetta; onde, avendo fatte piú e piú crudeli battaglie insieme, si sfidarono a una giornata e commessero tanta e sí fatta potenza in una fortuna d’un giorno. Cosí attestarono i loro eserciti fra Verona e Trento: fu vincitor Narsete della giornata e prese il re e lo fece morire; e perché non era e non è costume di far questo, per non essere infamato, scrisse: «Io ho fatto morire il re, non per averlo vinto in guerra, ma per essere stato traditore nella pace».

Soldo. Son tutte belle cose a sapere; e voi mi piacete, perché le raccontate assai bene.

Matteo. Questa e molte altre battaglie vinse Narsete. Dopo che tutto fu quietato, il gran Giustiniano lo fece suo luogotenente e governatore in Costantinopoli, di tutta quella