Pagina:Dopo il divorzio.djvu/142

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faticoso per recarsi a Nuoro e provvedersi di tela, panno, fazzoletti, stoffe.

Le nozze, puramente civili, dovevano farsi con gran segretezza, peggio che nozze di vedova; ma ciò non importava; zia Bachisia voleva che sua figlia entrasse nella nuova casa provveduta di tutto, come una sposa giovinetta di buona famiglia.

Il paese non aveva finito di meravigliarsi e mormorare per lo scandaloso avvenimento, ma dicevasi che un’altra coppia di sposi pensava già di chiedere di comune accordo il divorzio. Molte persone guardavano di mal occhio le Era, qualcuno mormorava esser Brontu malintenzionato verso Giovanna. Giacobbe Dejas, Isidoro Pane, altri amici, non erano più tornati dalle Era, dopo aver loro fatto delle scene quasi violenti. Giacobbe aveva urlato come un cane, minacciando, pregando; ma zia Bachisia l’aveva messo fuor della porta.

Anche zia Porredda, a Nuoro, sebbene suo figlio avesse patrocinato la causa del divorzio di Giovanna, accolse le amiche con freddezza. Invece il «Dottore», come ella chiamava suo figlio, si mostrò cortese e premuroso verso le ospiti.

E Giovanna riponeva le sue cose lentamente, pensierosa. Ma tutti i suoi pensieri e le sue preoccupazioni erano per quegli stracci: ecco, le pareva che nella tela l’avessero un po’ imbrogliata, il fazzoletto di tibet nero a grandi rose cremisi aveva le frangie troppo corte: in un nastro c’era una macchia. Ah, tutto ciò era ben grave!

Calava la sera, come l’altra volta, ma le cose in-