Pagina:Dopo il divorzio.djvu/162

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— Mi pareva averlo veduto ieri passare di qui... — osservò zia Martina. Giovanna sollevò vivamente la testa, ma non disse niente, mentre Brontu esclamava ridendo:

— Voi non avete bisogno delle sue sanguisughe...

— Ebbene — chiese zia Martina, dopo un breve silenzio — non mi avete recato alcun regalo da Nuoro? Lo fate ben sospirare! — Le due donne, che infatti le avevano portato un grembiale, finsero sorpresa e mortificazione.

— Ah, davvero, non ci siamo ricordate... Ah, davvero!...

Zia Bachisia rise, con uno strillo da falco, ma tosto ridiventò seria vedendo che Giovanna non usciva dalla sua melanconia.

— No, non ci siamo ricordate. Ma Giovanna vi farà vedere qualche cosa che abbiamo comprato...

Giovanna si alzò, accese la candela e andò nella camera attigua. Brontu la seguì con gli occhi ardenti, zia Martina capì che ella andava a prendere il regalo. Passarono varii minuti e Giovanna non tornava.

— Che fa di là? — chiese Brontu.

— Chi lo sa?

Passò un altro minuto.

— Io vado a vedere — egli disse alzandosi e avviandosi.

— No, no, che fai? — disse zia Bachisia, ma così debolmente che zia Martina si scandolezzò e richiamò il figlio con degli energici:

— Zsss... Zsss...