Pagina:Dopo il divorzio.djvu/226

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biava con tutti, tranne che col malato. E come sembrava vecchietta, ora! Dopo quella notte, il suo visetto era rimasto giallo e rugoso; non pareva più quello.

La rivelazione del fratellino l’aveva cambiata in modo strano, fisicamente e moralmente. Ella si chiedeva, con profondo stupore, come mai Giacobbe aveva potuto uccidere un uomo.

— Egli! Egli che era allegro e mansueto come un agnello. Come mai, animuccie sante del Purgatorio? Eppure nostro padre non era un ladrone, no; era un uomo di Dio, sempre allegro e così scherzevole che quando un amico si sentiva di malumore cercava la sua compagnia.

La donnina s’inteneriva pensando al vecchio padre defunto; ma, ecco, un’orrenda nuvola le oscurava la mente, e tutto il suo visetto si raggrinzava per l’orrore di un terribile pensiero:

— Che anche il vecchio allegro, il vecchio santo, avesse anch’egli commesso qualche delitto?

Non c’era più da fidarsi di nessuno, nè dei vivi, nè dei morti, nè dei vecchi, nè dei fanciulli. Poi zia Anna-Rosa piangeva, si batteva il petto col piccolo pugno, si pentiva dei suoi dubbi orrendi; e andava presso il malato, ed il malato, col suo viso solcato dalla sofferenza fisica e gli occhi pieni di spavento, che pareva supplicassero la morte di risparmiarlo, le destava una grande, infinita pietà, una tenerezza materna, un dolore senza nome.

Egli era più che mai il suo fratellino, così raggomitolato sull’immenso letto; così spaventato, così rimpicciolito dal male; e mentre tutte le cose, tutte