Pagina:Doyle - Le avventure di Sherlock Holmes.djvu/107

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Da queste deduzioni ero venuto a credere che soltanto John Straker potea essere l’autore del rapimento del cavallo. Ma con quali intenzioni avea egli potuto agire? Certo per uno scopo disonesto, diversamente non avrebbe dato il sonnifero al groom.

Il difficile era scoprire il vero motivo di questa condotta.

Non sono rari gli esempi di allevatori che colla complicità dei bookmakers puntano delle forti somme contro il proprio cavallo e facendo tutto il possibile per impedire alla bestia di giungere prima al segnale.

Talvolta questo si ottiene con un true di jockey, o con altro mezzo più sicuro e più astuto. Speravo che il contenuto delle tasche di John Straker mi ajuterebbe a formare una conclusione. E non m’ingannai.

Non avrete dimenticato lo strano coltello trovato in mano del cadavere: era un istrumento che nessuno poteva pensare di prendere come arma offensiva o difensiva. Ma, come ve lo dissi, il dottore Watson, esso viene impiegato specialmente nelle operazioni chirurgiche più delicate. Ebbene, era precisamente per un’operazione che il coltello in questione doveva servire quella notte. Colla vostra grande esperienza in materia di sport, saprete senza dubbio che si può, senza che nulla veggasi, praticare un leggiero taglio al garretto di un cavallo in modo da farlo zoppicare molto leggermente, e potere attribuire questo zoppicamento a un reumatismo o ad uno sforzo sopravvenuto durante gli esercizii.

— Ladro! miserabile! esclamò il colonnello.

— La bestia al contatto del coltello nel suo garretto certo dovea dibattersi e nitrire, e così destare i dormenti. Perciò Straker, non avendo la scelta, dovea operare all’aria aperta, lungi dagli occhi indiscreti.