Pagina:Doyle - Le avventure di Sherlock Holmes.djvu/40

Da Wikisource.

— 36 —

verso le imprese future di Sua Maestà. Gli lascio uno dei miei ritratti che forse avrà piacere di possedere.

“E sono, caro signore, la vostra devotissima

Irene Norton, nata Adler.”


— Che donna! oh! che donna! — esclamò il re di Boemia quando ebbimo terminata la lettura di quella lettera. Non vi avevo detto quanto essa era ardita, risoluta? Non sarebbe stata una vera regina?

Dopo un momento di silenzio Holmes riprese freddamente:

— Sono desolato, Maestà, per non essere stato capace di terminare questo affare in modo soddisfacente.

— Bene all’opposto, mio caro signore — esclamò il re. — Voi non potevate ottenere un migliore risaltato, sono assolutamente sicuro della di lei parola. Se fosse nel fuoco, quella fotografia non potrebbe essere ora più sicura.

— Sono felice di udirlo.

— Sentite, Holmes, ho assunto verso di voi un debito indimenticabile; ditemi in qual modo io possa sdebitarmi. Questo anello....

— Vostra Maestà ha qualche cosa che mi procurerebbe un piacere più sensibile.

— Sarebbe?...

— Quella fotografia!

— Il ritratto d’Irene? — egli esclamò. — È vostro, poichè lo desiderate.

— Vostra Maestà non avrebbe potuto farmi un maggior piacere.

Holmes prese congedo dal re con una riverenza, e, senza stringere la mano che gli stendeva il monarca, parti subito pregandomi di accompagnarlo a casa sua.