Pagina:Drahomanov - Il movimento letterario ruteno in Russia.djvu/11

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Prima di tutto, bisogna spiegarsi sul senso del termine da noi usato — ruteno, tanto più, che su questo punto corrono nella stampa europea idee erronee, propagate da molti opuscoli polacchi e francesi, tra i quali il primo posto occupano gli opuscoli del signor Duchinski: «Nècessitè des rèformes dans l’exposition de l’histoire des Aryas europèens et des Tourans, particulièrement des slaves et des Moskovites» ( Paris, 1864) e «L’introduction à l’Ethnologie des peuples rangès au nombre des slaves» (Extraite des Bulletins de la Sociètè d’Anthropologie, t. II, 2a sèr. 3ª fasc. 1867.) coi quali sembrano accordarsi H. Martin nel libro «La Russie et l’Europe» (Paris, 1866) e il Laveleye ne’ suoi articoli presso la Revue des deux Mondes.1

La «teoria del Duchinski» sostiene, che il vastissimo territorio dei monti Carpazii fino ai monti Urali, cioè la Polonia e la Russia Europea, è occupata da una popolazione slava e mongola e che la slava è esclusivamente la popolazione polacca, alla quale l’autore attribuisce non solamente i polacchi proprii, ma anche tutta la popolazione fino agli attuali governi russi di Vitebsk, Mogilev e Charkov, cioè tutta la popolazione così detta bianco russa e piccolo-russa, la quale l’autore chiama proprio-russa o rutena, e considera come una specie della nazionalità comune polacca, come i napolitani sono una specie della nazionalità italiana (gente-rutheni, natione-poloni). Questi ruteni, o russi proprii, il Duchinski discerne dai moscoviti, ossia dai così chiamati gran-russi, — i quali secondo le sue teorie, sono una nazionalità mongola (il Duchinski dice ancora-nomada, e conta nella Russia Europea la bagatella di 39 milioni di tali nomadi!) che ha ricevuto da’ russi proprii solamente la dinastia regnante nel XII secolo e colla dinastia anche la fede greco-orientale e la lingua slava ma solamente nel XVIII secolo, sotto Pietro I e Caterina II, ha rubato ai russi anche il nome russi. Malgrado la perfetta ignoranza e totale mancanza di metodo critico-scientifico, che mostrano i libri del signor Duchinski, — il quale volendo

  1. Vedi anche il libro di Ladislao Mickievicz: La Pologne et ses provinces mèridionales (Paris, 1863) ed un opuscolo di Casimir Delamarra sotto il nome curioso: Un peuple europèen de quinze millions oubliè devant l’histoire. Pètition au sènat de l’empire demandant une rèforme dans l’enscignement de l’histoire (Paris, 1869), tradotto anche in tedesco. Non nominiamo gli opuscoli, scritti in polacco, negli ultimi 20 anni.