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Parte II. Cap. I. | 337 |
va prima molto bene col martello, per vedere se suona bene, e se hà bella voce, e se vi è qualche fissura: così coloro, che vogliono essere de’ miei, s’hanno da provare in molti modi, se hanno soda patienza, se stan forti, e costanti nelle avversità, e se ne’ i tempi travagliosi, e duri sian fedeli. Poiche a questo paragone si prova l’oro della fedeltà.
Disse benissimo Seneca: Quid quisque posset, nisi tentando non didicit?b Niuno imparò a sapere quello, ch’egli possa, se non con farne prova. Niuno saprà mai quanto tu sij paziente, ne anche tu stesso, se non hai molti contrarij, che ti travaglino. Languisce la virtù se non hà chi la contradica. All’hora si vede, che animo tu habbi, quanto possa, e quanto vaglia, quando la patienza il mostra. E però con ogni verità disse S. Gregorio. Nemo quantum