Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/427

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Parte II. Cap. III. 403

d’ogni più svergognata bruttezza, e malvagità. Non condanno le nozze, dice S. Gio. Grisostomo, mà le cose, che si fanno nelle nozze, quella pompa diabolica, quei cimbali, quei pifferi, e quelle canzoni piene di fornicationi, e d’adulterij. Ma non è già così nella casa del pianto, dove si vede ogni cosa ben composta, una quiete grande, un silenzio profondo, dove si trova la memoria della morte, la meditatione delle cose future, e la vera sapienza: dove non vi è cosa disordinata, ne scomposta; ogn’uno che quivi parla, parla piano, poco, e con modestia. Tale è la natura del pianto, insegna ad haver cervello, e a comporsi ad ogni modestia, e frugalità.

E così è molto meglio andare in quella casa dove si piange, che in quella dove si ride, e si banchettab. Perche da quella ne uscia-