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Parte II. Cap. IV. | 437 |
dando il guasto a tutti questi paesi, mentre assediava una certa Città, e andava attorno alle muraglie per veder dove fussero più deboli, fù con una saetta ferito, perseverò nondimeno à far il fatto suo, e à finire quel, che havea incominciato. Di poi, dopo essersegli stagnato il sangue, e raffredato un poco gli cominciò a crescere il dolor della ferita, onde instupidendosegli à poco à poco la gamba, e sforzato à fermarsi, disse queste parole: Tutti giurano ch’io son’un Dio, e figlio di Giove, ma questa ferita mi dà ad intendere, che io son un huomo come gli’altri.c Adunque Alessandro tu ancora sei huomo, che poco prima ti pensavi esser un Dio.
Ecco, come facilmente nella Scuola della Patienza impariamo à calar l’ale, e abbassar le creste, Ogn’uno, che quì viene ad imparare, purche del tutto non sia indo-