Vai al contenuto

Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/528

Da Wikisource.
504 Scola della Patienza

con che acerbe minaccie siamo spaventati? e nondimeno non ci curiamo di seguire chi chiama. E dall’amore del presente secolo ne ci possiamo distorre per precetti, ne emendarci per percosse. Mira che razza di scolari indocili, che si perdono ne i primi rudimenti della scuola. E’ sentenza d’Aristotile: Addiscendum oportet credere. Bisogna, che quello, che impara, creda, e habbia fede. Non vi è alcuno, che facilmente, presto, e utilmente impari, se non chi è prontissimo à credere. Che cosa dunque si hà da credere? Che ogni afflittione, ogni miseria, e ogni croce vien da Dio, e siasi chi si voglia, che l’imponga. Et adesso insegnaremo questo, che Dio è l’iautore d’ogni pena, e d’ogni afflittione, e d’ogni male. Ne vi sia alcuno (io l’avviso innanzi) che per questo detto si offenda: Poiche noi diciamo, che Dio è auto-